
Proponiamo la rilettura di un bell’articolo pubblicato sul mensile Cooperazione Educativa, del 1° gennaio 1977 a firma di Francesco Valentino.
L’insegnante descrive con grande chiarezza il percorso svolto all’interno della sua classe quarta, e poi quinta, per avvicinare i bambini all’elaborazione creativa della scrittura.
L’autore chiarisce sin dall’inizio che non ha alcun interesse per l’artisticità degli elaborati, ma che lo scopo del suo lavoro è quello di spronare alla curiosità per una forma espressiva che può dimostrarsi molto vicina ai bisogni comunicativi dei bambini.
I dialoghi riporta tra docente e studenti, gli autori scelti come esempio lo svolgimento tappa per tappa di questa sperimentazione, gli esempi del lavoro svolto e gli insegnamenti che Valentino trae (e condivide) da questa esperienza didattica, rendono questo documento ancora molto attuale.
In particolare perché l’approccio di Valentino ha il pregio di svincolare i suoi colleghi insegnanti da qualunque apprensione di valore estetico che possano far considerare velleitario lo sforzo di insegnare a fare poesia (o meglio a cogliere le caratteristiche proprie di questa forma testuale). Non si cerca di formare degli artisti, ma dei curiosi, motivandoli alla scoperta, all’esercizio, al confronto, al progressivo miglioramento.
Nell’articolo l’autore lamenta che questo principio pedagogico sia stato assimilato per altre discipline, come quelle grafico-pittoriche (o, aggiungerei io, quelle performative, come teatro, musica, danza), ma non nelle sperimentazioni di chi insegna la lingua italiana.
Nel dubbio che a distanza di più di trent’anni le cose non possano essere ancora del tutto risolte… buona lettura.
La scansione in formato pdf dell’articolo è scaricabile da qui.