Il cielo di Nebra

Siamo intenti all’elaborazione di una spiegazione per i bambini sulla divisione dell’anno in dodici mesi, che sia chiara e interessante e che inoltre dia conto di quanto siamo in debito di questa scansione temporale con l’altra costa del Mediterraneo (perché siamo in debito di molte cose con la costa meridionale del Mediterraneo!).

Scriviamo testi, disegniamo immagini e ci immaginiamo giochi che spieghino quanto si siano divertiti tra Mesopotamia ed Egitto a coniugare calendari lunari e calendari solari, moti celesti, piene di fiumi, aritmetiche e algebre, quando all’improvviso ci imbattiamo nel Disco di Nebra.

Un cerchio di bronzo e oro ritrovato emerso dalle profondità delle foreste germaniche del Neolitico.
Ci coglie la sindrome di Stendhal.
Sveniamo. Continua a leggere “Il cielo di Nebra”

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“Com’era dolce la tua seduzione…”: l’amore erotico di Inanna e Dumuzi

I mesi di studio che hanno preceduto la realizzazione del percorso didattico sulla civiltà sumera rivolto ai bambini delle scuole primarie hanno rivelato una civiltà sorprendente, dove i saperi che avrebbero pervaso i secoli e millenni successivi nascevano e si sviluppavano vorticosamente: agricoltura, astronomia, matematica, giurisprudenza, letteratura…
Un popolo, quello sumero, di straordinaria intelligenza e perseveranza, un popolo impegnato in imprese faticosissime spesso affrontate con spirito comunitario, capace al contempo di mitologemi immaginifici e poetici che avrebbero rappresentato il riferimento per tutte le narrazioni religiose successive. Continua a leggere ““Com’era dolce la tua seduzione…”: l’amore erotico di Inanna e Dumuzi”

Non si impara che quello che ci emoziona: l’insegnamento della geografia

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«E’ un lavoro emotivo, quello di insegnare. Si tratta di avere passione per ciò che si trasmette e di essere convinti della bellezza e dell’importanza di ciò che si vorrebbe i discenti conoscessero. E’ emotivo per chi insegno e lo è per chi apprende. E’ emotivo anche indipendentemente dalla materia, dato che recenti studi hanno dimostrato che si può provare gioia persino per le discipline considerate più difficili, quali la matematica, e che, in questo processo, a fare la differenza è il docente (Frenzel et al., Emotional Transmission in the classroom: exploring the relationship between teacher and student enjoyment, Journal of Educational Psychology, 2009)» Continua a leggere “Non si impara che quello che ci emoziona: l’insegnamento della geografia”

Il nuovo umanesimo. La scuola secondo le Indicazioni Nazionali del Miur del 2012

Riporto integralmente il capitolo Per un nuovo umanesimo contenuto nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (scaricabili qui) pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel 2012 e ancora in vigore.

Sembra di sognare. Vi si dice che

  • servono “l’esperimento, la manipolazione, il gioco, la narrazione, le espressioni artistiche e musicali”,
  • che bisogna superare “la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme”,
  • che occorre “diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana”,
  • che “le esperienze personali che i bambini e gli adolescenti hanno degli aspetti a loro prossimi della natura, della cultura, della società e della storia sono una via di accesso importante per la sensibilizzazione ai problemi più generali e per la conoscenza di orizzonti più estesi nello spazio e nel tempo”.
  • che la tradizione culturale dell’Italia “è stata ricorrentemente caratterizzata da momenti di intensa creatività e, più in generale, dall’apporto degli artisti, dei musicisti, degli scienziati, degli esploratori e degli artigiani”.

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Non si impara che quello che ci emoziona: l’insegnamento della matematica secondo Maria Montessori

400_5e305ef65b0a5«L’apprendimento è soggetto a una condizione essenziale: che l’alunno concordi nel ricevere la conoscenza e che sia nelle condizioni di porvi attenzione o, in altre parole, che gli interessi. La sua attività psichica è la condizione sine qua non per avere successo.
Qualunque cosa annoi, scoraggi o distragga, costituisce un ostacolo che nessuna formazione razionale all’insegnamento potrà superare. Dobbiamo allora studiare le condizioni necessarie al dispiegamento delle spontanee attività individuali e sviluppare l’arte che consente alla gioia e all’entusiasmo di diffondersi.»
Maria Montessori

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Per il ministro Azzolina: la scuola italiana vista da The Guardian

154769-hdSpero che Tobias Jones, l’autore di “Ci manca la scuola” pubblicato su Internazionale del 30 aprile 2020, non se ne abbia male se traggo spunto dal suo bell’articolo per comunicare idealmente alcune considerazioni al Ministro Azzolina e al suo istituendo Comitato Tecnico Scientifico (ma prima o poi dovremo anche capire a cosa servono i Ministeri, se i problemi veri necessitano di comitati tecnici a chiamata).

L’articolo di Jones è molto interessante sotto diversi aspetti.

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Campagna per il diritto di scrivere a mano

In attesa di completare la stesura di una rassegna ragionata di siti dedicati al tema, proponiamo l’intervista a Claudio Garibaldi, coordinatore della “Campagna per il diritto di scrivere a mano“. Da ascoltare.

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Come fare poesia a scuola.

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“La classe sciagurata”; una delle poesie illustrate realizzate nelle classi di San Gersolé (Fi) dal maestro Firenze Poggi con i suoi allievi.

Proponiamo la rilettura di un bell’articolo pubblicato sul mensile Cooperazione Educativa,  del 1° gennaio 1977 a firma di Francesco Valentino.
L’insegnante descrive con grande chiarezza il percorso svolto all’interno della sua classe quarta, e poi quinta, per avvicinare i bambini all’elaborazione creativa della scrittura.

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Happy Teacher’s Day?

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Giovedì 23 aprile alle ore 17, il team del Museo Farfalla incontra tutti gli insegnanti che siano interessati sulla piattaforma Zoom, in una conference che ruoterà attorno ai problemi, ma soprattutto alle riflessioni e alle soluzioni, nate dall’inattesa e travolgente esperienza della “Didattica a Distanza”.

Non sappiamo se sarà sufficiente a rendere happy i teacher partecipanti. In queste settimane abbiamo raccolto molto opinioni anche profondamente discordanti, così come la verietà delle situazioni da gestire si è dimostrata molto articolata.

Ma crediamo però che ogni occasione di confronto autentico consenta sempre di spostare un po’ più avanti l’orizzonte delle possibilità permettendo di renderle concrete, che la cooperazione sia il più grande strumento che il genere umano ha a disposizione. Per le piccole necessità come per i sogni più ambiziosi. E magari lasciarci con un sorriso.

Chiunque voglia aggregarsi è il benvenuto. La nostra unica preghiera è di segnalarsi per consentirci di gestire tecnicamente al meglio l’evento.
Scriveteci nome. cognome, scuola e un recapito mail a fabbrica@museofarfalla.org

A presto.

I bookshop nei musei: il rischio di una perversione educativa

Fosforo bookshopPoco prima della chiusura forzata imposta per tutti i luoghi di cultura,  ho avuto occasione di incrociare una scolaresca di bambini della primaria nel nuovo mini-bookshop allestito in prossimità dell’uscita di un museo milanese.

I bambini si aggiravano tra le vetrine dei souvenir con un brusio dolente. Tutto costava troppo per i denari cha avevano in tasca. Li vedevo ridurre di teca in teca le loro aspirazioni spostando l’attenzione su oggetti sempre più minuti ed economici. Qualcuno rinunciava muto con la delusione dipinta in volto, qualcuno più loquace discuteva con la maestra sulla liceità del denaro a prestito, in pochi tiravano fuori una banconota con baldanza, I più contavano e ricontavano gli spiccioli.

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