Didattica a distanza. E l’umanità?

Nello stare insieme fisicamente – qualunque ne sia il motivo, una lezione, uno spettacolo, una cerimonia (ricordiamoci che classe e chiesa hanno lo stesso etimo: convocare, radunarsi) – avviene una cosa da nulla: sentire l’umanità.

Nello stare insieme fisicamente – qualunque ne sia il motivo, una lezione, uno spettacolo, una cerimonia (ricordiamoci che classe e chiesa hanno lo stesso etimo: convocare, radunarsi) – avviene una cosa da nulla: sentire l’umanità.

0d04b4_ccb0aa536f384b52bae759aaa5b48552mv2Rileggendo il decalogo di Robert Fulghum – vere e proprie tavole della legge dell’essere umano – provate a immaginare quali di questi “valori” potrebbero essere appresi “a distanza”, attraverso i device.
Sempre ammesso che il compito della scuola sia quello di accompagnare la crescita delle persone…

«La massima parte che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l’ho imparata all’asilo.
La saggezza non si trova al vertice della montagna di studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia.»

«Queste sono le cose che ho appreso:

dividere tutto con gli altri

giocare correttamente

non fare male alla gente

rimettere le cose a posto

sistemare il disordine

non prendere ciò che non è mio

dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno

lavarmi le mani prime di mangiare

i biscotti caldi e il latte caldo fanno bene

condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, contare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno

fare un riposino ogni pomeriggio

nel mondo badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri

essere consapevole del meraviglioso: ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così

i pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.

non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: osservare.»

Robert Fulghum, Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparato all’asilo.

 

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Autore: Oliviero Grimaldi

Oliviero Grimaldi Dopo la laurea in architettura e la specializzazione in visual design presso il Politecnico di Milano, ha completato studi di regia, drammaturgia e scenotecnica. Ha lavorato fino a trent’anni come art director in case editrici, agenzie pubblicitarie e web factories, insegnando visual design e web content management presso l'Accademia di Comunicazione e centri regionali di formazione professionale. Incontrato il mondo del teatro grazie a progetti scenografici, ha intrecciato le competenze progettuale ed educativa al mondo delle arti sceniche. Ha prodotto spettacoli di teatro ragazzi per diverse compagnie, ha condotto per sei anni i laboratori per ragazzi del Teatro Franco Parenti di Milano, è stato fino al 2016 amministratore e organizzatore de “ il Trebbo”, la maggior realtà lombarda di teatro ragazzi, e ha collaborato come regista con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e la Civica Orchestra di Fiati della stessa città. Dal 2017 è socio co-fondatore della cooperativa sociale “Fosforo”, per cui opera come autore realizzando format didattici innovativi e progetti di promozione culturale e sociale. Negli interstizi ha lavorato come tipografo, illustratore, traduttore, attore, tecnico di palco. Ha un matrimonio alle spalle, una compagna di fianco, due figli propri e due acquisiti davanti.

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