DaD – ammira, gioca, insegna

Museo Farfalla — Bambini “vitruviani” in un evento didattico del museo farfalla di Milano

Leggendo le molte testimonianze degli insegnanti sull’esperienza svolta in queste settimane nella didattica a distanza (DaD), un tema centrale si staglia sugli altri: come trovare una linea di condotta equilibrata nella gestione della relazione insegnante-studenti, ossia il punto di equilibrio tra un atteggiamento formale e uno informale.
E proprio della ricerca di questo complesso (e variabile) punto di equilibrio vorremmo ragionare.

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Una premessa importante

Questo blog cerca di contribuire alla circolazione di buone idee su come possa essere la pratica dell’insegnamento, in particolare all’interno dell’istituzione scolastica.

Spesso viene espresso un giudizio severo su chi oggi è pagato dallo Stato per svolgere un lavoro essenziale alla qualità della società: l’insegnante.
Ma questo giudizio è dovuto alla lunga ed estesa frequentazione di una categoria lavorativa in cui, a fianco di chi si impegna davvero, vi sono molti che dovrebbero fare un altro mestiere.

I primi, gli insegnanti “che ci credono” non si sentano quindi offesi. A loro va tutta l’ammirazione possibile. Il mio maestro delle elementari è stato il mio terzo genitore.
Ed è proprio perché so cosa può portare un insegnante nella vita di un bambino, che poi diventa uomo, che non tollero chi fa pagare agli studenti la propria incompetenza.